Rassegna Stampa dei Mamma Non Piangere

1978

In un prato centinaia di ragazzi hanno ascoltato le canzoni del gruppo Mamma Non Piangere: musiche impegnate, ma anche divertenti e piene di ironia che hanno coinvolto la gente. L’Unità, 5 luglio 1978

1979

Riuscire a far sorridere con la musica è una delle cose più difficili. Un gruppo milanese da circa un anno è impegnato su questa via, forte di una grossa dose di ironia, gusto per l’assurdo, fantasia sgangherata, al servizio di un divertissement spesso intelligente: è Mamma Non Piangere. La particolarità dello spettacolo che si intitola Musica Bestiame e Benessere sta nel numero e nella varietà di gags, in cui intervengono vere e proprie canzoni, suoni e voci disarticolati, mimica e una comunicativa spigliata e brillante. Musicalmente il discorso è efficace e sicuro, dato che i vari componenti suonano una gran mole di strumenti, funzionali al clima caotico e volutamente disomogeneo.La Repubblica (Enzo Gentile), 19 giugno 1979
Lo spettacolo del gruppo milanese, nell’ambito della Festa dell’Unità delle Fabbriche, è stato uno dei più divertenti visti a Brescia negli ultimi tempi. Qualcuno si aspettava il solito liscio ma le storie del Bambino Luigino, del Catarro Cosmico, di Armonia e Gelosia, hanno accontentato tutti, o quasi. Mamma Non Piangere è uno degli abbinamenti più riusciti tra suono e gastronomia.Brescia Oggi (Alfe), 23 luglio 1979
Una follia non priva di interesse di un gruppo che si autofinanzia vendendo liquirizia negli intervalli dei suoi concerti. Musica con riferimenti a Weill, sperimentalissima, spesso scalcinata, fatta in casa. Insomma, per chi ama gli esperimenti pazzi e scoordinati, in un certo senso stimolante. Divertente il brano Mamma Non Piangere e pure Ballatelo Questo ritmo, costruito sul famoso tema di Charpentier che fa da sigla all’Eurovisione.Corriere della Sera (Mario Luzzatto Fegiz), 27 dicembre 1979

1980

Alcune elaborazioni collettive di temi tradizionali, ispirazioni popolari intrecciate con frammenti contemporanei.Music, febbraio 1980
Lo spettacolo, il primo con questa formazione, è una trattazione ironica del materiale musicale contemporaneo, filtrata attraverso l’esperienza dei componenti che sono di provenienza diversissima: dalla Goddard già cantante dei Gramigna, ad un violoncellista di provenienza classica, ad un batterista di scuola rock. Il risultato una musica divertente e diversa.Corriere di Informazione, 12 marzo 1980
Nel gruppo dell’Orchestra i Mamma Non Piangere sono i più giovani e qualcuno sarebbe tentato a definirli degli allievi. Ma fin dal primo concerto si è capito che, piuttosto, avevano molte cosa da insegnare.La Provincia - Cremona, 28 marzo 1980
Mamma Non Piangere ha mostrato una maggiore professionalità, acquisita grazie alle lunghe tournèe a cui il gruppo si sottopone a che gli ha anche fruttato alcuni passaggi alla TV nazionale: la musica proposta da Lorenzo Leddi e gli altri è un saporito intruglio di cabaret, musica contemporanea, folkloristica, di rock e di musica classica: piace ricordare la voce di Francoise Goddard che svetta con facilità e sicurezza nelle complesse trame musicali filate con grande precisione da Cosentino, Leddi, Odelli e Perreca. Tra i brani più riusciti Il Bambino Luigino e Armonia e Gelosia in cui la fusione dei generi è perfettamente riuscita.Libertà – Piacenza (Francesco Paladino), 29 marzo 1980
Lo spettacolo si rifà al cabaret, senza dimenticare l’ironia di Frank Zappa.Il Piccolo - Trieste (C.E.), 29 marzo 1980
I Mamma Non Piangere (…) si sono presentati domenica sera al ridotto del Verdi in un concerto- spettacolo nemmeno tanto distante dalla logica del più antico cabaret: divertire facendo i versi alle virtù e ai vizi (si fa per dire) del Bel Paese. E per ottenerlo hanno usato tali e tanti mezzi espressivi che lo spettatore ne è rimasto ammutolito e sconcertato (ma se ne è tornato a casa inconsapevolmente contento). Tutto l’impianto scenico si è retto sulle loro capacità di mischiare i vari generi musicali alle trovate di un testo sapientemente privo di senso nelle singole parti, ma finalizzato al millimetro per il discorso finale. Le musiche poi facevano riferimento – nemmeno tanto nascosto – alle esperienze della atonalità dodecafonica, allo sperimentalismo di John Cage. Su tutti la voce a tratti roca a tratti dolcissima si Francoise Goddard sulle orme della indimenticabile Gisela May e l’ironia – serissima – di Lorenzo Leddi.Il Piccolo - Trieste (C.E.), 1 aprile 1980
Ha chiuso la serata in bellezza Mamma Non Piangere. La musica è un succoso mixage di cabaret, musica folk contemporanea, rock, jazz e classica.Arcinotizie (Rodney), aprile 1980
Quello dei Mamma Non Piangere è un gruppo davvero buffo e di promettente avvenire, forse più sul versante teatrale e clownesco che nell’ambito musicale vero e proprio. Sono in cinque, milanesi, dotati di uno spiccato senso dell’humor, del piacere innocente per la boutade, dell’arte della frivolezza. I Mamma Non Piangere si sono presentati con un allestimento arguto, comprendente una cassa da morto, una sdraio, una balaustra da dove il leader della formazione, Lorenzo Leddi, vestito con un’impeccabile giacca e cravatta (salvo rivelarsi alla fine sprovvisto di pantaloni) imbonisce il pubblico con raccontini nonsense.La Repubblica (Enzo Gentile), 29 maggio 1980
Il secondo gruppo del concerto Folk Und Avantgarde ha la caratteristica di essere formato da persone spontanee, con travestimenti e capelli annodati: Mamma Non Piangere. Il Caos è domato in senso positivo e i testi hanno come vero scopo la confusione. La musica utilizza molti modelli parodistici, resta spesso atonale e dissonante, non sbocca mai nel free jazz dal momento che il ritmo rock è costante. Tipici clichè pop ruotano su un mulino atonale e anche in questo contesto emerge il Belcanto italiano che si sviluppa con riferimenti all’antica tradizione dei Madrigali.Stuttgarder Zeitung (Reinhold Urmetzer), 4 giugno 1980
“Molto danke”, così ha esordito Lorenzo Leddi in linguaggio maccheronico a commento di una musica notevole. Una musica lontana dall’Arte e dal Kitsch, sempre traversata, un tipo di Punk intellettuale con citazioni dai Knack, assaggi di durezza musicale, clownerie musicali, molto comica, molto seria e soprattutto molto buona, con una strumentazione basata su: saxofono, batteria, violoncello, macchina da scrivere, chitarra elettrica, macinacaffè. Penosa fino all’eccesso, non ostentata ma concepita seriamente, espressione attuale della gioventù non integrata, ha potuto essere concepita internazionalmente: così i Mamma Non Piangere hanno saputo persino provocato del buonumore suonando composti un brano originale della Messa Beat degli anni ’60 e, dopo un breve intervallo in cui hanno venduto al pubblico le loro liquirizie, meditando musicalmente sulla utilizzazione della gelosia. “Non ho mai sentito niente del genere”: questo il commento più ascoltato dagli spettatori del Festival.Sudwestpresse (Bernhard Lassahn), 4 luglio 1980
Se non si amano troppo le formule, questo Mamma Non Piangere N.1 è proprio da non perdere. E’ il disco d’esordio di uno dei gruppi che lavorano nella cooperativa dell’Orchestra, e dentro c’è un mondo di idee e di provocazioni: si parte dalla musica popolare e dalla musica colta contemporanea per arrivare, alla fine, a un progetto sonoro che rielabora con folle irriverenza tutto quell’inquietante materiale d’uso.La Stampa, 22 luglio 1980
Sarà di scena il complesso Mamma Non Piangere, popolarissimo tra il pubblico giovanile perché espressione dell’ultima moda musicale.La Nuova Sardegna, 4 settembre 1980
Per fortuna ci sono gruppi come i Mamma Non Piangere di Milano, che facevano ironia col rock anche prima dell’arrivo dei “demenziali” e che tra un’improvvisazione collettiva e un pezzo di puro rock progressivo si mettono la tunica da chierichetti e senza fare una piega suonano la Messa Beat. Nel pubblico c’è sempre qualcuno che viene colto da sgomento, si volta verso gli amici e dice: “Ma io queste cose le cantavo sul serio!”. Nel loro secondo disco, che è dal vivo, appena uscito e che si chiama Sempre Avanti a Testa Bassa, alla fine di quel brano non ci sono applausi ma solo fischi. Il pubblico non fischia il gruppo, fischia se stesso per aver cantato quelle musiche da piccolo. Meglio essere cresciuti, dopotutto.Musica 80 (Alessandro Carrera), 9 novembre 1980

1981

Sempre Avanti a Testa Bassa, un album live tiratissimo, pieno di situazioni e dal ritmo mozzafiato realizzato da uno dei gruppi più interessanti del nuovo rock italiano, i Mamma Non Piangere, allievi di Zappa e dei Gong, dei Red Crayola, di Stevie Moore, ma anche molto made in Italy che con My Sharona, Gemini 3, Gloria, La Fuga al Polo e negli altri pezzi del disco sconvolgono, con molto divertimento, tutti i luoghi comuni del buon vecchio rock.Arena di Pola, 14 febbraio 1981
Da qualche tempo in Germania i Mamma Non Piangere sono spinti dal vento del successo. Gli ultimi concerti a Francoforte a alla Manufaktur di Schondorf lo hanno confermato così come il tutto esaurito registrato a Tubingen.Sudwestpresse, 4 marzo 1981

2016

The third album of Mamma Non Piangere who released past albums in ’79 and ’80 from L’Orchestra, and made a comeback with this album. As the title shows, this is their third album. The female singer is very versatile and the sound overall is close to that of Stormy Six. The ensemble consists of saxophone, clarinet, cello, in addition to the guitar, keyboard and rhythm sections, in a twisted rhythm changes. On top of these instruments, the vocal goes solemnly independent, sometimes pop, and at times operatic. The female singer defines the musical orientation of this group. Some tracks are classical and chamber oriented, but keeps the solidness of the sound.Garden Shed, Giappone, 19 febbraio 2016 (trad. Yoshiko Progrena K)
Das alberne Cover darf einen nicht abschrecken, Mamma non Piangere N. 3 (ALT-051) ist eine Herzund Hirn erfrischende Köstlichkeit, die einem den Glauben an italienischen Humor wie Zucker in den Arsch bläst. MAMMA NON PIANGERE war eigentlich nur noch eine Karteileiche gewesen, eine Frischzellenkur hat bei Maestro Lorenzo Leddi (electric and acoustic guitar, mandolin, banjo, keyboards,accordeon, mandocello, sounds, voice) offenbar Wunder gewirkt. Die Archive verzeichnen als Denkwürdigkeiten der Mailänder die beiden L’Orchestra-LPs “N.1 (Musica Bestiame E Benessere)”; (1979) und “N.2 (Sempre Avanti A Testa Bassa)” (1980). Von “N.2” haben Roberto Meroni (clarinet, bass clarinet, alto and baritone sax,voice) und Luca Perreca (cello, bass, voice) die Auffrischung mitgemacht, neu sind Maurizio Del Monaco (alto and tenor sax, voice), Walter Prati am Bass und Ferdinando Faraò an den Drums. Doch mag da auch noch so oft “voice”; stehen (und die alten Sachen waren ja von Leddis rauem Zungenschlag mitbestimmt gewesen), die einzige, die das hier verdient, ist die – ähnlich wie einst Sonia Milan bei N.1 und Giorgia Marzano bei N.2 – wunderbar krähende und kandidelnde Laura Agostinelli, deren Stimme einen wie Spaghetti um die Gabel wickelt und auf den ganzen Spaß ihren Parmesan streut. Es ist das ein Spaß von hochvirtuoser Pfiffigkeit, mit mehr Kontrapunkten als eine Hyäne Tüpfel hat. Leddis Spielwitz zaubert besser noch als je zuvor mit Synkopen und Mamma-typischen V-Effekten (wie Motorrad, Videospielsounds, Straßensänger und dergl.). Die alten Herren singen erst mit, wenn sie Laura bei “Ten Joy Men”; auf eine Reise nach Kathmandu einladen. Stormy Six, Picchio dal Pozzo oder Gentle Giant fallen als Anhaltspunkte schneller flach als Zielscheiben in einer Schießbude. Aber Samla Mammas Manna und bei “A Torino” mit seinem großen Gitarrenherz die einwandfreie Zappaistik taugen schon mal als Haltegriffe in dieser die Kurven kratzenden Straßenbahn. Leddis Mash-Up hüpft querbeet in den Gefilden der Musica leggera umeinander, verblüfft mit 3/4-Takt bei “Domani”, der Orgel beim schmusigen “Sotto di noi”; und, eben noch Schlager, jetzt schon Kunstlied, mit Kapriolen wie bei Carl Stalling. Er bedudelt einen mit poppiger, operettenhafter, kabarettistischer Ohrenzupferei wie eine Banda, wie die Actis Band in Feststimmung. “Siamo la banda” mischt zuletzt im dickbackigen Banda-Stil mit Basstuba und Posaune den Marktplatz auf, sogar Hunde bellen verdutzt,und schnappen sich den Zucker, der da den Affen zugeworfen wird. Leddi, was für ein Zampano, Agostinelli, was für eine Pierette. Bad Alchemy, Germania, febbraio 2016
A mysterious, and inevitable encounter with such an unknown RIO project … luckily I’ve stumbled upon MAMMA NON PIANGERE via AltrOck Bandcamp page and felt quite happy to listen to their newest album as my first MnP and to notice they are not dead! Yes they have been reunited around the frontman Lorenzo LEDDI, over 30 years after the previous album was released (in 1980!) … finally in 2016 they have bloomed extravagantly with their newest creation “N. 3”, I cannot help suggesting. As above mentioned, sorry I’m not familiar with them but their “enthusiasm” can be easily heard. Melodic confusion veiled with delightful atmosphere along Laura’s fine, funky voices reminds me of “easygoing Zamra”; really, where no complication nor pessimism cannot be felt. A tad restless, warped but simultaneously pleasant, cheerful movements we can share with each other definitely. Each track is relatively short but thirteen songs (all of them have major key with strange lines) will drive us crazy, along with their multi-dimensional sound variation and incredible multi-instrumental skills and completely strict multi-rhythmic techniques. So … wonder what kind of musical essence derives such a delight from their avantgarde universe. Various music techniques and visions they have indeed (especially some Spanish texture e.g, like “Valvole” or mischievous percussive play in a catchy guitar-based rock “Troppi Volanti” is impressive for me), but I’m sure at last their intensive RIO soundscape should have a connotation to lead the audience to feel as if their sound abnormality could be accepted with no resistance nor antipathy. Please “enjoy” this stuff flooded with weird brightness and tasteful deep nightcap without any tough consideration what RIO / Avant-Prog means lol. One of my faves in 2016 this album will be, I imagine.Progarchives, febbraio 2016
Quando si parla dei gruppi storici del RIO italiano, spesso ci si sofferma unicamente sugli Stormy Six. Colpevolmente ci si scorda di tutta una scena molto originale e interessante, nata intorno a metà degli anni ‘70, di cui il gruppo milanese è stato sola la punta dell’iceberg. Gran parte del merito di tutto ciò va attribuita alla cooperativa musicale “L’Orchestra”, di cui Franco Fabbri (Stormy Six) era il presidente e che, a partire dal 1974, ha promosso ogni genere di musica non commerciale, producendo dischi e organizzando eventi. “L’Orchestra” è stata l’unico esempio in Italia di etichetta discografica gestita direttamente dagli stessi artisti. In questo contesto scevro (o quasi) di ogni interesse commerciale sono stati pubblicati dischi, italiani e non, che hanno fatto la storia della musica RIO e sono emersi gruppi che purtroppo non hanno mai avuto tutto il successo che meritavano. Tra questi possiamo ricordare gli Ensemble Havadia, autori di un paio di dischi splendidi, e come non menzionare i Picchio dal Pozzo che sono stati un po’ più fortunati in quanto a visibilità raggiuntata. Sicuramente vanno citati anche i Mamma Non Piangere, formazione milanese guidata da Lorenzo Leddi (fratello minore del ben più famoso Tommaso degli Stormy Six) che, con una proposta di RIO molto cabarettistico e pregno di ironia, se non addirittura di demenzialità alla Elio e le Storie Tese (ma moltoprima di loro), hanno avuto il merito di essere stata una delle proposte più originali tra le già originali proposte del “L’Orchestra”. I Mamma non Piangere si sono saputi ritagliare la loro dimensione artistica con grande convinzione, realizzando due album, mai ristampati in cd, tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80. Ovviamente, visto il contesto storico in cui sono usciti, hanno avuto poca fortuna e altrettanto ovviamente sono usciti dai radar della scena musicale. Per nostra fortuna negli ultima anni l’etichetta nostrana Altrock ha dato nuova linfa al RIO italiano grazie a gruppi “giovani” come Yugen, Homunculus Res, ma anche riscoprendo “veterani” come appunto i nostri Mamma Non Piangere. Sono passati 35 anni dal loro secondo album e la formazione è quasi completamente rivoluzionata ma a guidarli è sempre l’estro di Lorenzo Leddi e le loro linee guida sono sempre le stesse: umorismo dissacrante, non-sense e musica da camera. Il gruppo ha più la fisionomia di un piccolo ensemble con Maurizio Del Monaco al sassofono, Lorenzo Leddi che suona un po’ di tutto (chitarra, mandolino, banjo, tastiere e altri strumenti strani), Roberto Meroni al clarinetto, Luca Perreca al violoncello, Ferdinando Faraò alla batteria, Walter Prati al basso e soprattutto la giovane Laura Agostinelli che con inaspettato estro si integra alla perfezione con l’assurda musica della band. I brani, quasi tutti scritti da Lorenzo Leddi, sono stati composti lungo un arco di tempo di circa trent’anni (dal 1980 al 2011) ma, a questa disomogeneità temporale, non corrisponde altrettanta disomogeneità musicale, anzi… Il percorso musicale è perfettamente definito. Come buona parte dei gruppi storici del RIO italiano, attingono a piene mani alla tradizione musicale italiana, prediligendo però quella più popolare nel vero senso del termine, come filastrocche per bimbi, la musica da banda o quella da circo, e la inseriscono in strutture musicali dissonanti con una naturalezza spiazzante. Il tempo sembra essersi fermato per i Mamma Non Piangere, questo disco sarebbe potuto tranquillamente uscire l’anno dopo il loro secondo. A differenza di tante altre reunion non è percepibile il peso degli anni di inattività passati. Ciò che colpisce subito al primo ascolto è la freschezza della proposta musicale e la loro voglia di divertire e divertirsi facendo musica impegnata. Non sono presente suite o lunghi e complessi pezzi strumentali, i loro brani sono tutte canzoni “cantate” abbastanza brevi e strutturate con la classica forma strofa ritornello. Ed è proprio questa dicotomia tra pop e RIO che rende la musica dei Mamma Non Piangere irresistibile. Viene ovviamente in mente l’accoppiata Henry Cow e Slapp Happy e altrettanto ovviamente è sempre viva la presenza ingombrante di Frank Zappa, ci sono spunti Canterbury e l’influenza degli Stormy Six ma, come già accennato, i Mamma Non Piangere hanno la loro cifra stilistica, unica e personale. In questo contesto, non vanno assolutamente trascurati i testi, che sono un vero valore aggiunto alla proposta musicale del gruppo, ora stralunati, ora sarcastici, ora folli, ma sempre deliziosi e intelligenti. Si parla di bidelli, di mariti pigri che non vogliono rispondere al citofono, di cicche nell’asfalto, fino ad arrivare ai tranvieri di Katmandu. Considerando quindi tutti gli elementi sopracitati, non possiamo che certificare la bontà di questo gradito ritorno sulle scene. Se cercate un disco che al contempo riesca a mettervi di buon umore e soddisfare la vostra sete di musica non banale e scontata, “MNP3” non vi deluderà. Se poi avrete voglia di approfondire cercate di recuperare gli introvabili primi due album, sperando sempre che questo nuovo interesse nei loro confronti possa spingere qualche etichetta a pubblicarli finalmente in cd.Arlequins (Francesco Inglima), febbraio 2016
“Dreizehn Lieder, die Ihr Leben verändern werden” So steht es im Innencover des Im Februar 2016 erschienenen dritten Albums der italienischen Formation Mamma Non Piangere. Doch oh Graus! Ein Sternchen verweist auf einen Zusatz “in peggio“ (“zum schlechteren”)! Sollte man also lieber die Finger von dieser CD lassen, um sein Leben nicht zu ruinieren? Abwarten. Die Band mit diesem schönen Namen (“Mama nicht weinen”) wurde vermutlich Mitte der 70er Jahre gegründet. Ihre ersten beiden LPs erschienen 1979 und 1980, nach einer langen Pause folgte Anfang 2016 ihr drittes Werk. Ob die Band in dieser langen Zwischenzeit komplett inaktiv war, lässt sich nicht sagen; zumindest ihr Komponist Lorenzo Leddi war nicht gänzlich musikalisch untätig, datieren doch einige der hier enthaltenen Kompositionen zurück bis in die Mitte der 90er Jahre. Aber Moment mal: Leddi? Da klingelt’s doch… genau, Tommaso Leddi, kreativer Kopf der italienischen RIO- Legende Stormy Six, die sogar zu den Gründern dieser Bewegung gehörten. Ebendieser Tommaso Leddi gastiert hier auf einem Stück, und von drei Stücken ist er der Komponist. Es steht zwar nirgends explizit, aber ich vermute, dass es sich bei Lorenzo und Tommaso um Brüder handelt, zumal sich in der Musik ihrer beiden Bands durchaus Parallelen finden (wobei von Stormy Six nur Macchina Maccheronica kenne). Vielleicht gibt es ja in der Familie Leddi eine genetische Disposition zum Kreieren seltsamer Musik. Zur Musik! Ein im italienischen Prog bewanderter Kollege schrieb einmal, in keinem anderen Land seien „…die Übergänge zum Italopop (Italo-Schlager) so fließend“. Das gilt auch für Mamma Non Piangere. Die Band bietet auf ihrem dritten Album – leider kann ich keine Vergleiche zu den beiden vorherigen anstellen – eine mehr oder weniger schräge Mixtur aus klassischem RIO, folkloristischen Klängen und etwas Jazz, die über einen sehr hohen Unterhaltungsfaktor verfügt. Trotz aller Schrägheiten gleitet die überwiegend recht flott gehaltenen Musik durchweg angenehm ins Ohr, klingt bisweilen sogagefährlich eingängig und erreicht dabei auch Gefilde populärer Musik – Valvole etwa ist ein veritabler RIO-Schlager, den man sich, wäre er nicht von allerlei skurrilen Einfällen und kleinen Widerborstigkeiten durchsetzt, fast schon von einem Schlagersternchen geträllert vorstellen könnte. Gelegentlich gibt es auch Ausflüge in den Bereich der Zirkus- oder Kirmesmusik, etwa im abschließenden Siamo la banda. Komponist Leddi steht dabei musikalisch eher im Hintergrund, tritt nur selten an der Gitarre etwas mehr hervor. Stattdessen geben die Holzbläser (Saxofone und Klarinetten) den Ton an, spielen überwiegend beschwingte und gleichzeitig verquere Läufe, bei denen auch gerne mal geknurrt und gequietscht wird. Dazu kratzt das Cello, gelegentlich stimmt ein Akkordeon eine beschwingte Melodie an. Die Gitarre tritt, wie erwähnt, eher selten deutlicher in Aktion. Veredelt wird das Ganze noch durch den wunderbaren Gesang von Laura Agostinelli, die offensichtlich über eine klassische Ausbildung verfügt, denn immer wieder wechselt sie zu einer kräftigen Opernstimme. In einem Stück singt sie auch im Duett mit einer männlichen Stimme (wohl Leddi), wo sie gemeinsam den Straßenbahnfahrer von Kathmandu besingen. Überhaupt, die skurrilen Texte, in denen mehrfach von der Straßenbahn die Rede ist und sehr oft Turin erwähnt wird, passen perfekt zu der burlesken Musik. Die Texte sind praktischerweise auch in englischer Übersetzung abgedruckt. Die Italiener bieten hier einer wunderbare, burleske Mischung aus schrägen und eingängigen Klängen, die wieder einmal das gelegentlich zu hörende Vorurteil widerlegt, RIO sei stets schwer und düster. Herrlich! Hoffentlich werden die beiden ersten Alben der Band irgendwann neu aufgelegt! Musica Bestiame e Benessere! Schomma was altes von Mamma Non Piangere gehört? Auf Jutjub fliegt einiges rum. Ich sag nur: catarro cosmico. Gar nicht mal so gut alles, viel ist auch Spinnerei. Aber wie Jochen richtig zum aktuellen Avant-Buster der Band bemerkt: irgendwo zwischen Avant, Volk und Lore. Genau, Jochen, die sollen die alten Scheibletten wieder auflegen, ich würze kaufen. Kaufen sollt Ihr Käuflinge auch “N. 3”. Super Scheibe, Schräglore würde ich das Genre mal nennen, und damit genau auf der Schiene ganz klassischen RIOs, ganz ähnlich wie diese andere Band, die Mamma damals hatte. Samla Mammas Manna. Schätze mal, wem die gefallen, dem gefällt auch Mamma Non Piangere. Nur der Kern der Band ist noch übrig, neben Leddi sind nur Meroni und Perreca von früher noch dabei, und auch die beiden waren auf dem Debüt nicht zu hören gewesen. Trotzdem ist auch das dritte Album eindeutig als Mamma Non Piangere erkennbar – allerdings (und dankenswerterweise) gibt’s heute weniger Geklapper und Geschepper. Das klingt heutzutage nicht mehr so künstlerisch wie einst in den Siebzigern. Tolles Album! Hat aber das Pech, dass ich es gleichzeitig mit der neuen Bent-Knee- Scheibe höre, die eine ähnliche Ausrichtung hat. Und Bent Knee sind – darf ich es sagen – einfach noch ein bisschen besser. Aber was soll’s: Zwei solche Alben sind besser als eins. Wenn auch nicht genau doppelt so gut. Macht ja nichts. Babyblaue (Jochen Rindfrey),Germania, marzo 2016
Writing reviews doesn’t mean you will always listen to the music you love the most. Certainly not! You can’t have pie or French fries every day either, can you? Well, I don’t! The same goes for the music a reviewer has to go through. Sometimes certain musical genres that have a link with progressive rock, have to be heard more often before you can give a verdict. I am referring to musical styles such as Avant-garde or RIO. A good example of a band that releases music which is mainly based on those styles is Mamma Non Piangere (in English: Mama Do Not Cry). An Italian band formed in Milan around 1978 by guitarist/violinist Lorenzo Leddi. He is the only member to feature on their two earlier released albums N.1 (Musica Bestiame E Benessere) (1979) and N.2 (Sempre Avanti A Testa Bassa) (1980). He is still a member nowadays and can be seen as the musical brain behind the band’s third release, mainly because he wrote most of the compositions for N. 3 that came out in 2016. The songs on their brand new album dates from different years. The oldest of them go back to the time the second album was released. Others were composed in 1994, 1996, 2005, 2006, 2008, 2009, 2010 and 2011. A short history lesson will tell you that the songs dating from 1980 are leftovers from the period the band stopped. This was in 1981. During 1981 and 2009 the band was on a break and took some time for reflection. I guess it was used to write some new material as well. In 2010 the band was reformed and with new musicians they worked on some new material and rearranged the older ones. Between 2011 and 2015 they recorded the tracks for album number three! As for the music on album number three, it has to be said that it takes time to discover what is going on music wise. What you get on your plate isn’t easy to digest. The musical dish that is served is a mix of Italian pop with classic RIO, folkloric sounds and elements of jazz. Even some samba music can be heard towards the end of the album. Composer Leddi stands more in the background musically and occurs rarely on the guitar. Instead the woodwinds and brass instruments (Maurizio Del Monaco and Roberto Meroni) set the tone, playing mostly upbeat and sometimes growl and sound squeaky. The cello (Luca Perreca) occasionally joins together with the accordion (Lorenzo Leddi) for an upbeat melody. The guitar enters, as mentioned, rarely apparent in action. The whole thing is refined by the wonderful singing of Laura Agostinelli, who obviously has a classical education, because she has a strong operatic kind of voice. Sometimes she duets with a male voice. The lyrics are in Italian, but are conveniently reprinted in an English translation for those who want to know what this lady is singing about. The Italians came up with an album that probably will not be embraced by many devotees of progressive rock. The artistic level of the compositions is undoubtedly very high, but for most people it is all too difficult to understand what’s going on this album. The audience who love this type of music is not so big, but they must also know that albums in the RIO genre are released at times. That is why we mention Mamma Non Piangere and their album N.3 in our review section and I’ll say they did very well, if you are into RIO and related styles!Background Magazien (Henri Strik, edited by Astrid de Ronde), 16 settembre 2016
Near the top of the list of things you thought would never happen: a Mamma non Piangere (“Mama Don’t Cry”) reunion, after some 35 years. The band’s two LPs from the late 70s (one studio, one live) are so obscure that they’ve never even been flagged for reissue, two artifacts of the Italian Rock-In- Opposition scene nearly forgotten. But here they are again, back on the scene and seemingly in better form than ever. With bandleader and multi-instrumentalist Lorenzo Leddi at the compositional helm, many of the same players from that second live album Sempre Avanti a Testa Bassa are again with the band today, including Roberto Meroni (saxes and clarinets) and Luca Perreca (cello, electric bass, and voice). Lorenzo Leddi, for his part, covers all guitars, banjo, mandolin, mandocello, keyboards, accordion, and vocals. New faces are vocalist Laura Agostinelli, drummer Ferdinando Faraò, bassist Walter Prati, and saxophonist Maurizio del Monaco. Guest Tommaso Leddi (from Stormy Six, 1980 onward) offers percussion on only one track, but lends his compositional skills to three; other guests add keyboards, trombone, and tuba. So what we have here across the 13 tracks definitely draws its share of influence from Zappa in the wacky lyrics and many of the humorous sounding arrangements (lyrics are al in Italian, but the band has translated them to English in the CD booklet), but that doesn’t quite cover all the craziness. Folky, chamber, jazz, and classical elements abound within their sound (think Opus Avantra maybe) and touches of odd-meter stop-and- go nonsensical romps, all assembled with a very European flavor. Nothing here is abrasive or unpleasant in the slightest, just crazy and wacked out, with Agostinelli’s vocals tying it all together. In all, it’s great to hear this band playing together once again.Exposé (Peter Thelen), 21 agosto 2016
Abbiamo contattato Lorenzo Leddi dei Mamma non piangere dopo aver attentamente ascoltato la loro ultima produzione uscita a febbraio “Mamma non piangere n. 3”. Oltre ad aver trovato un Leddi in forma, come capiranno i nostri lettori dall’intervista, l’ottima forma è incisa anche nei solchi di questo lavoro che lascia di sicuro stupiti. Lorenzo mi ha detto di non sapere dove collocare la loro musica e di certo lo fa sicuramente meglio uno che la vede da fuori. Allora un buon consiglio: ascoltatevi Mamma non piangere n. 3, leggetevi questa intervista, rilassatevi, e poi decidete. D: Partiamo dagli anni 70 anzi dal ’77 ed in breve cominciamo con il chiarire chi erano, chi sono e come sono nati i Mamma non piangere? Certo che quel 77 ricorda tante cose! Lorenzo Leddi: Prima e durante il 1977, lavoravo contemporaneamente a tre spettacoli diversi: uno era un concerto con pezzi composti in gran parte da me (il “cantautore” Lorenzo Leddi), un altro si intitolava “La torta in cielo” con canzoni di Woody Guthrie, Joe Hill e Bob Dylan, e il terzo era “Lo strumento fa concerto”, dove in tre musicisti suonavamo qualche decina di strumenti di ogni tipo della collezione di Nicola Scarano, uno spettacolo allestito soprattutto per le scuole. I musicisti erano più o meno gli stessi nelle tre “versioni”. A un certo punto abbiamo sentito il bisogno di dare un’accelerata al nostro lavoro compositivo e così, insieme a Paolo Vicario che già aveva scritto qualche testo, a qualche nuovo amico musicista arruolato per l’occasione e al contributo di mio fratello Tommaso abbiamo iniziato l’avventura dei Mamma Non Piangere. Ci trovavamo di sera nella palestra della Scuola Media Rinascita, la mitica scuola della Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Eravamo: Paolo Vicario, Alessandro Cattaneo, Stefano Achilli, Nicola Scarano, Gianni De Marchi, Filippo Santi, Marco Gulli ed io. Negli anni successivi il progetto è andato avanti anche con altri musicisti che andavano e venivano a seconda dei periodi di tournée e degli impegni personali di ciascuno: Maurizio Bezzi, Sonia Milan, FrancoiseGoddard, Lorenzo Odelli, Titti Busacca, Luca Perreca (che diventerà una colonna portante dei Mamma), Roberto Meroni, Sergio Cosentino, Ferdinando Faraò, Maurizio Del Monaco, Giorgio Battaglia, Giorgia Marzano, Giorgio Merati. Salvatore Garau e Dino Mariani sono stati ospiti speciali in alcuni concerti. Nella nuova formazione di MNP3 si aggiungeranno Walter Prati e Laura Agostinelli. D: Gli anni 80 invece vi vedono riflettere per un bel po’. Perché una pausa così lunga? Lorenzo Leddi: Nel 1980 si è aggravata la crisi della committenza dei concerti e della distribuzione discografica. Questa ha colpito prima i gruppi meno conosciuti come il nostro, che ha interrotto l’attività nel 1981, e successivamente, nell’anno successivo, gruppi più famosi come Ensemble Havadià, guidato da Moni Ovadia e gli Stormy Six, che erano il gruppo di riferimento per molti di noi. Nel 1982 ho fatto parte dell’Ensemble Havadià nello spettacolo “Specchi” per il quale ho scritto tre pezzi, di cui due con Gino e Michele, e successivamente ho lavorato per qualche mese come fonico dal vivo degli StormySix, sostituendo Giorgio Albani, impegnato col servizio militare che allora era obbligatorio. Poi ho cambiato mestiere e, anche così, non ho mai smesso di scrivere musica. D’altra parte avevo cominciato a comporre presto, all’età di 13 anni, con un gruppo che si chiamava GJLP, che suonava canzoni scritte da noi e col quale siamo apparsi anche in Rai (allora ricordo che c’erano solamente due canali televisivi, RAI 1 RAI 2). Quindi, anche dopo la prima esperienza dei Mamma ho continuato a comporre anche se non avevo un gruppo fisso con cui suonare. Mio fratello Tommaso mi passò uno dei primi programmi di notazione (Rhapsody per Riscos3 Archimedes) e lavorare con quello era una pacchia perché si poteva ascoltare in tempo reale quello che si scriveva sul pentagramma. In seguito ho continuato ad aggiornarmi con programmi di notazione sempre più sofisticati. Nel 1981 eravamo ragazzi di 23-27 anni. La “pausa” è stata abbastanza lunga perché nel frattempo ognuno di noi ha messo su famiglia e ha costruito una propria attività lavorativa. Ferdinando e Roberto sono diventati musicisti professionisti. D: La vostra musica ha radici diversificate, sembra di trovarsi in una sorta di interscambio ferroviario con diversi binari a disposizione che portano a Zappa, alla demenzialità degli Skiantos o a quelle di Elio e delle Storie Tese. Quale è in realtà la vostra reale collocazione? Io vi ho inserito nel rock in opposition di certi Henry Cow. Ho centrato l’obiettivo? Lorenzo Leddi: Dove collocare la nostra musica non saprei. Lo fa sicuramente meglio uno che la vede da fuori. Posso pensare che le influenze si trovano nella musica che ascoltiamo. Per quello che mi riguarda ho ascoltato e continuo ad ascoltare soprattutto alcuni compositori di fine 800 e della prima metà del 900, i contemporanei di allora e di oggi, i compositori di musiche per film. Da ragazzo ascoltavo molto i Beatles, Renato Carosone, Fred Buscaglione, gli Shadows, Los Tres Paraguayos, poi Gentle Giant, King Krimsom, Captain Beefheart (il mio preferito), Led Zeppelin e Frank Zappa. Poi, più che gli Henry Cow, che sono comunque grandissimi, direi Art Bears e Slapp Happy. Gli Stormy Six di Macchina Maccheronica hanno lasciato un segno molto forte nei giovani Mamma di quel periodo. D: Come nasce Mamma non piangere n. 3? Lorenzo Leddi: Da una cena con Luca Perreca il 15 ottobre 2009 al ristorante Cecco di Milano. Gli ho detto che non si poteva andare avanti così e lui ha annuito. Abbiamo contattato gli altri che si sono stupiti che gli chiedessimo una cosa che per loro era scontata. Nessuno ricordava il motivo per cui l’attività si era interrotta il 5 settembre 1981. L’attività è quindi ripartita dal punto in cui era stata lasciata 28 anni prima. Dopo qualche mese abbiamo avuto il grande piacere di conoscere e di avere con noi Laura. D: Musica sperimentale, jazz, musica contemporanea. Sembra un connubio perfetto per una produzione stilistica fuori dal comune. Ciò è dovuto alle diverse esperienze dei componenti o ad un’idea ben precisa di stile e produzione? Lorenzo Leddi: Quando scrivo penso a quelli che suoneranno il pezzo e faccio in modo di scrivere quello che a loro piacerebbe suonare. Qualche volta riesce, qualche volta no. Come dici tu, le esperienze e le aspettative dei componenti sono eterogenee e alla fine comunque chi suona coi Mamma trova sempre il modo di metterci del suo. D: Perché Cooperativa musicale Mamma non piangere? Una scelta fuori dalle etichette di genere o un messaggio oltre che musicale anche politico? Lorenzo Leddi: C’è un equivoco. I Mamma non erano una cooperativa ma facevano parte della Cooperativa L’Orchestra di Milano, etichetta discografica e agenzia di concerti con gruppi mitici come StormySix, Ensemble Havadià, Picchio dal Pozzo, Henry Cow, Etron Fou, jazzisti come Tony Rusconi e Guido Mazzon. L’Orchestra era stata fondata con un chiaro programma di politica culturale e con l’obiettivo di salvaguardare e difendere l’autonomia dei musicisti. Credo che sia stata l’unica esperienza del genere al mondo e che andrebbe fatta conoscere meglio ai più giovani. Franco Fabbri ne era il presidente e sul suo sito c’è una sezione dedicata all’Orchestra, che consiglio di visitare. D: Come scrive Antonello Cresti la vostra fortuna sta probabilmente nell’aver avuto sempre apporti da musicisti diversi presenti in formazione e forse per questo vi ha anche definito una sorta di ensemble rotante. So però che la vostra fortuna sta nel contatto continuo e diretto con il pubblico. Ecco, il pubblico, che ruolo effettivamente gioca nelle vostre composizioni e quanto influisce? Lorenzo Leddi: Una composizione è finita quando viene presentata ad un pubblico che apprezza e critica. In questo abbiamo sempre fatto fatica perché i pezzi che proponevamo nelle situazioni più disparate (anche Feste dell’Unità, feste di paese, ecc.) erano spesso inaspettati e l’ascoltatore era preso troppo in contropiede. Per questo motivo i nostri concerti erano infarciti di gags musicali: facevamo in modo che chi ci era presente e non conosceva la nostra musica non scappasse via subito. Questa scelta di proporre cose anche complesse e difficili senza prendersi troppo sul serio penso sia nata dal rapporto diretto col pubblico di tanti concerti. D: Nella recensione che ho fatto scrivo “questo disco, pur in una sua discontinuità, è imprescindibile da un ascolto libero”. Volevate ottenere questo? Abbiamo colto nel segno? Lorenzo Leddi: Direi proprio di si. D: Le esperienze estere quanta influenza giocano nella produzione dei Mamma non piangere? Lorenzo Leddi: All’estero abbiamo avuto le esperienze più belle e più ricche di stimoli e confronti. D: Sinceramente, che cos’è che ha fatto rimettere insieme oggi i Mamma non piangere? Lorenzo Leddi: Non saprei, sembrava che ciascuno di noi non aspettasse altro. D: Il vostro è un lavoro preciso ed attento di scrittura e composizione. Oggi ci sono artisti che producono album nel giro di poche ore, voi, invece, siete completamente fuori da questi schemi. E’ il preciso rifiuto dell’industria musicale? Lorenzo Leddi: I nostri pezzi vengono lavorati tanto, anche in post produzione, perché ad ogni esecuzione e dopo ogni ascolto vengono sempre nuove idee. Non avendo nessuno che ci costringe a correre, noi andremmo avanti all’infinito a lavorare su una composizione. Finché si arriva a un momento in cui si trova il coraggio di dire: adesso basta, questo pezzo lasciamolo così. D: Mamma non piangere n. 3, ora altri trent’anni per un nuovo lavoro e la vostra ricerca è già orientata? Lorenzo Leddi: Il materiale di Mamma Non Piangere n.4, molto abbondante, è in gran parte già stato scritto. Ora bisogna iniziare la maratona di lavorarlo. Con la rapidità che ci contraddistingue ne avremo per un po’. Ma sarà come sempre per noi un grande divertimento.Musical Box, Raffaele Astore, 25 agosto 2016

 

 

banda sistema di raccomandazione veterano italiano, della resurrezione 2016 lavoro 3rd, gemma che caratterizza una donna civettuola Vo. Circus e festival durante 2016 opera Suttonkyo di spiritoso e di, come ad esempio il gruppo teatrale è dovuta a banda sistema di raccomandazione veterano italiano davvero emozionante. Civettuole & Opera spuntare donne Vo e Great!Kakereko, Giappone, agosto 2016 (traduttore automatico Google)
Since their formation in 1978 in Milan, RIO/Avant-Rock group, Mamma Non Piangere led by guitarist/violinist Lorenzo Leddi were an unknown band from the genre and released two albums from 1979 to 1980 in which one of them was a live album and then, suddenly disbanded after they did 15 shows in Italy and Germany in 1981. It’s feels like something straight out of an episode of The X-Files on who was this band and why they broke-up is a mystery. This year, they’ve released their new album and it’s their third and on a new label with the AltrOck label. This was four years in the making in which they recorded the sessions from July 17, 2011 to November 2, 2015 at the three recording studios; Frasca Studio, Studio Barzan, and Leddi Zeppelin Studios. And marking the return of the band’s music with a new line-up including original members; Roberto Meroni on Woodwind and Luca Perreca on Cello, Bass, and Vocals. Alongside Roberto, Lorenzo, and Luca, the line-up includes; Laura Agostinelli on Vocals, Maurizio Del Moanco on Alto/Tenor Sax and Vocals, Ferdinando Farao on Drums, and Walter Prati on Bass. Ai Confini Della Realta sees MNP doing a twisted take between the essence of Zappa and Avant-Surf Rock with some odd time changes and swirling watery effects from the synths. You can imagine the band having a blast going into bonkers mode as they have the humoristic elements that would have given Weird Al Yankovic a chance to be taken by surprise of their sound and could be a perfect track for the Dr. Demento show. The eerie and jazz-ballad with Ferdinando using the brushes on the drums setting up the tempo followed by the saxes dancing into the midnight skies followed by the string and ‘60s organ twist is an interesting idea, but it works in various levels with Sotto Di Noi. Laura herself has this operatic mind-boggling twist that she can go into those levels which gives MNP a chance to go into see where she will go next. Opener, Spostamenti nods its hat to Gentle Giant, Van Der Graaf Generator, and Present’s Le Poison Qui Rend Fou-era. You have the guitars following in the spells of Roger Trigaux’s Guitar, Jazzy bass lines, Xylophones, and odd signatures that will get the jaw dropping with right momentum. Laura herself can shine brightly as if she is almost doing the patter musical boundaries featuring cars racing down the alleyway and Lorenzo almost writing this for her as a one woman musical short on Finestrino. The chamber musical operatic touches of styles of Alban Berg bring an eerie touching tribute to Mario Marenco’s poetry of Sognavo as Laura’s voice reminiscent of Pierrot Lunaire’s Jacqueline Darby while the two tracks see MNP going into a Marching Band mode. The evidence is in there with Hanno Suonato and the closer, Siamo La Banda. Here, the band really takes the homage to Frank Zappa as if he had rewritten Meredith Wilson’s musical, The Music Man and made it a wacky and insane musical avant-rock dixieland opera. It’s almost as if Mamma Non Piangere are doing it right and really nailing the sing-along beauties of the two tracks and giving the animated series, My Little Pony: Friendship is Magic the big gigantic middle finger and showing a musical number is done right and making it fun and in your face. And once you read the lyrics for those two tracks, you can imagine the bouncing ball is following along the lines and singing them to know that the humor and whimsical wackiness is right there. I always imagine these tracks could be used in one of the old Looney Tunes Merrie Melodies cartoons of the 1940s of the Robert Clampett-era or an episode of John Kricfalusi’s Ren and Stimpy to give it a real jolt of electricity! This is one of the most vital, eruptive, mind-blowing and mind-boggling yet off the wall and zany albums I’ve listened to. Here, Mamma Non Piangere show the humor and bits of the Zappa-sque vibrations thrown into the circle and they have done it right. Amazingly recommend for Zappa, Present, Gentle Giant, and Stormy Six.Music From The Other Side of the Room, Zachary Nathason, 30 maggio 2016
Uscito a febbraio di quest’anno, Mamma non piangere n. 3 viaggia tra dialoghi, squilli di citofono e tradizionalismo puro, quasi a voler disegnare un disordine “ordinato” Milano è una delle metropoli musicali che più hanno dato alla musica di ogni genere. Quando poi si parla di rock i gruppi della città della Madonnina hanno sfondato in molte occasioni, anche all’estero. Ma in un movimento europeo come quello del “Rock in Opposition” i discorsi da farsi sono un po’ più complessi. Partiamo allora dalla definizione di “Rock In Opposition” nato grazie all’omonima manifestazione, tenutasi il 12 marzo 1978 a Londra, ed organizzata dalla band inglese Henry Cow con il supporto del British Arts Council. Già, gli Henry Cow gruppo musicale avant-prog inglese fondato all’Università di Cambridge nel lontano 1968 dai polistrumentisti Fred Frith e Tim Hodgkinson. L’avversione per la musica commerciale degli Henry Cow, ha tenuto il gruppo lontano dall’industria musicale dominante, permettendo invece la sperimentazione di nuovi generi. Infatti coniugando lo sperimentalismo musicale con l’impegno politico, gli Henry Cow hanno partecipato alla fondazione del Rock In Opposition (insieme agli italiani Stormy Six e agli Univers Zero), diventato in breve tempo punto di riferimento della musica indipendente europea per tutti gli anni settanta. Il loro genere musicale è un progressive rock lontano da quello romantico dei Genesis o degli Yes, molto influenzato dalla musica sperimentale, dal jazz e dalla musica contemporanea. La voce secondo cui il gruppo avrebbe scelto il nome Henry Cow in omaggio al compositore statunitense Henry Cowell è stata più volte smentita dai membri stessi ed infatti, secondo Hodgkinson, il nome viaggiava nell’aria alla fine del 1968 e sembrava semplicemente un buon nome per un gruppo, senza riferimenti particolari. Ma l’obiettivo principale è quello di opporsi alla logica delle case discografiche creando una musica indipendente, lontana da obiettivi commerciali. Parlando della cooperativa musicale Mamma non piangere, questo discorso anticipatorio che abbiamo voluto fare, possiamo dire che calza a pennello. Il gruppo di cui ci occupiamo, infatti, inaugurò un genere demenziale molto tempo prima che sulle scene calassero gruppi come Elio e le Storie Tese o gli stessi Skiantos. Il loro esordio, risale al 1974, quando in Italia, da lì a poco, sarebbe scoppiata la rivoluzione delle radio libere e, negli anni successivi, avrebbero preso piede festival come quelli del Parco Lambro o gruppi come gli Osanna, Perigeo, Arti e Mestieri, Orme, Battiatoe così via. I Mamma non piangere sono passati, come altre band, attraverso autofinanziamenti soprattutto per il loro disco di debutto che, di fatto, inaugurava quel genere demenziale al quale facevamo riferimento prima. Ora, dal loro esordio, sono passati ben trentacinque anni e il loro ritorno è coronato da questo “Mamma non piangere n. 3” che conferma la loro irridente stralunatezza zappiana del quale ne parla, in un bell’articolo, un certo Moni Ovadia. Ma dei due precedenti lavori del gruppo ne parla anche Antonello Cresti in quel suo Solchi Sperimentali Italia – 50 anni di italiche musiche altre così come nell’intervista rilasciata allo stesso autore dal leader Tommaso Leddi che per far capire le radici e la sostanza reale del gruppo così afferma: “ Suonavamo tanto dal vivo, in ambiti che andavano dai festival come quelli di Tubingen al Festival di Rock in Opposition a Lubiana ecc,” ma anche alle feste dell’Unità e così via”. Probabilmente la loro fortuna sta nell’aver avuto apporti di musicisti quasi sempre diversi presenti in formazione, una sostanzialità questa che li porta ad essere definiti una sorta di ensamble rotante, così come la loro creatività sta di sicuro in quel costante contatto con il pubblico. Ma torniamo al n. 3 ed a quei rotanti brani inseriti in questo loro ultimo lavoro. Uscito a febbraio di quest’anno, Mamma non piangere n. 3 viaggia tra dialoghi, squilli di citofono, tradizionalismo puro quasi a voler disegnare, un disordine “ordinato” ma libero da schemi tipici ai quali, spesso, con il prog facciamo riferimento. Infatti, la “zappianità” dell’ensamble è l’aggettivo che più calza a questa band milanese perché il senso della musica zappiana, come quella di questa band, è la libertà pura sia nella composizione che nella produzione e nell’esecuzione. Un po’ come lo furono i Gentle Giant. Provare per crederci e per farlo vale la pena ascoltare con attenzione questo Mamma non piangere n. 3 che a noi ha stimolato davvero un buon’umore. E con i tempi che corrono è difficile trovarne. Per fortuna che ci sono i Mamma non piangere guidati da quel Lorenzo Leddi che quale leader sprona bene i suoi a creare brani come quelli contenuti in quest’album, fatti di non sense, ironia, avanguardia colta, jazz, musica da circo, musica da banda di paese. Per farla breve musica che rompe la realtà, popolare, ma che pesca in quelle dissonanze alle quali accennavamo; e ci rendiamo conto che questa volta i brani non li abbiamo analizzati uno per uno, come sempre facciamo, ma questo disco, pur in una sua discontinuità è imprescindibile da un’ascolto davvero “libero”. Che sia segno di tempi lontani e mai dimenticati o segno di una realtà alla quale, spesso, vogliamo sottrarci? Altrorock Production anche questa volta ci ha visto bene. Buon ascolto allora.Musical Box, 21 giugno 2016
In Italia, il movimento del Rock In Opposition ha avuto come gruppo più rappresentativo i milanesi Stormy Six, fin dalla prima ora parte integrante del movimento, insieme a Henry Cow (Regno Unito), Samla Mammas Manna (Svezia), Univers Zero (Belgio) ed Etron Fou Leloublan (Francia). Tra le loro file militava un certo Tommaso Leddi, polistrumentista dei Stormy Six dal 1973 al 1983. Erano i tempi della Cooperativa musicale L’Orchestra, punto di incontro di decine di musicisti dediti alla ideazione e realizzazione di musiche “altre”. In quegli anni uno dei gruppi di supporto degli Stormy Six erano i bizzarri Mamma Non Piangere, guidati proprio dal fratello di Tommaso, Lorenzo Leddi. Caratterizzati da aspetti particolarmente ironici e gioiosi, molto legati al Frank Zappa più irriverente, ai deliranti non-sense wyattiani e al suono colto e complesso tipico del Rock In Opposition, hanno pubblicato due album, “Mamma non piangere n.1 (Musica, bestiame e benessere)” nel 1979 e “Mamma non piangere n.2 (Sempre avanti a testa bassa)” nel 1980. Dopo più di trent’anni di silenzio tornano con una formazione rivoluzionata in cui troviamo la voce di Laura Agostinelli – perfettamente inserita dentro il dissacrante mondo del gruppo – Maurizio Del Monaco (sax), Lorenzo Leddi (chitarra, mandolino, banjo, tastiere), Roberto Meroni (clarinetto), Luca Perreca (violoncello, contrabbasso), Ferdinando Faraò (batteria) e Walter Prati (basso). Le stagioni cambiano, gli anni passano ma le aspirazioni dei nostri non si sono affatto né perse né annebbiate. Ogni brano è un vaneggiante viaggio in dialoghi non-sense, ironia con tratti geniali che riesce incredibilmente a far convivere momenti di avanguardia colta, di jazz, con la più popolare delle musiche (musica da circo, musica da banda di paese). Un continuo e divertente tira e molla, che nobilita il termine fin troppo abusato di musica “leggera”, che si inserisce tipicamente in un certo tipo di Rock In Opposition, più esattamente quello dei Samla Mammas Manna. Imperdibili i tanti dialoghi che spaziano da divertentissime ricerche di “bidelli a Torino” (“Spostamenti”), improbabili acquisti di auto con più volanti (“Troppi volanti”), tranvieri a Katmandu (“Ten Joy Man”), fino all’esilarante brano tutto incentrato su un semplice squillo di citofono (“Hanno suonato”). Se sono i fiati a dettare ritmi e tempi in “La suite”, sono invece violoncello e chitarra a introdurci in un’atmosfera apparentemente più tradizionale, prima di capire molto presto che la suite non è intesa nel senso musicale del termine, bensì in un’assurda descrizione di una stanza d’albergo. Il senso di leggerezza che si prova durante l’ascolto di quest’album non sta affatto nel nulla della musica cosiddetta “leggera”, bensì nel senso di spensieratezza e libertà che questa produce. Una libertà vera, che cerca l’estremo e tenta di abbattere i limiti di genere e di ogni vetusta regola accademica.Ondarock, Valerio D’Onofrio, 13 maggio 2016
Милан, административный центр Ломбардии, второй по величине город Италии – воистину один из ключевых центров не только европейских финансов, торговли, высокой моды, но и европейского художественного андеграунда – в литературе, живописи и, конечно, музыке. Знакомство с работами музыкальных-дел-мастеров из этого города неизменно интригует и сулит волнительные удивления и будоражащие неожиданности… Выпуск в середине февраля на миланском рекорд-лейбле AltrOck Productions нового альбома миланской же группы MAMMA NON PIANGERE – уже само по себе неожиданность. Об этой оригинальной формации, появившейся на сцене под предводительством гитариста, мульти- инструменталиста, композитора Lorenzo Leddi еще в 1978 году, сейчас помнят, пожалуй, лишь коллекционеры-архивариусы авант-рока. MAMMA NON PIANGERE продолжали традиции европейского «риошного» музыкального движения и во многом наследовали другим удивительным миланским группам – Stormy Six и Gruppo D’Alternativa. Под этим названием Lorenzo Leddi выпустил два альбома (любопытно, что записанных абсолютно разными составами) – “N.1 (Musica Bestiame Benessere)” (1979) и “N.2 (Sempre Avanti A Testa Bassa)” (1980) – и внезапно проект прекратил… И вот, столь же внезапно, спустя каких-нибудь тридцать пять лет Lorenzo Leddi проект возобновил, причем призвав под знамена MAMMA NON PIANGERE соратников былых времен. Альбом, получивший название “N.3” записан следующим составом: отец-основатель Lorenzo Leddi (гитары, мандолины, банжо, клавишные, аккордеон, вокал и пр.); участвовавшие в записи “N.2” Roberto Meroni (кларнеты, саксофоны) и Luca Perreca (виолончель, бас); новобранцы Laura Agostinelli (вокал), Maurizio Del Monaco (саксофоны), Ferdinando Farao (ударные) и Walter Prati (бас); а также гости Carlo Battaini (клавишные), Tommaso Leddi (перкуссия) и Fabio Prina (бас-туба, тромбон). Этот шапито-рок- оркестрик записал 13 новых номеров общей продолжительностью 48 минут. Mamma non Piangere N.3 by Mamma non Piangere Стилистика… я бы обозначил ее как мелодраматическую рок-буффонаду в лучших традициях либерально-нерадикальных ответвлений авант-рока-в-оппозиции. Духовая секция, как и в прошлых записях, играет очень значимую роль в аранжировках. Лирика исполняется на итальянском языке: ее содержание мне, увы, недоступно, но, судя по всему, тексты не лишены утрированного комизма. Ведущий вокал – девичий; участники-мужчины подключается очень редко – на хоровых подпевках в основном (“Ten Joy Man” исполняется мужским-женским вокальным дуэтом). Достаточно сложные композиционные построения осуществляются не в ущерб известной поп-эстрадной привлекательности исполняемых номеров – и в этом, полагаю, главная специфика творческой манеры MAMMA NON PIANGERE.Recyclable Sound, Russia, 23 февраля 2016 г.
Tutto nasce nel lontano 1974 con la creazione della storica cooperativa musicale l’Orchestra, di cui facevano parte gruppi progressive associati al movimento Rock In Opposition come i più quotati Stormy Six ma anche band rimaste poco conosciute come i Quarto Stato, i Tecun Uman o il Gruppo Folk Internazionale di un certo Moni Ovadia. Proprio tramite la cooperativa emerge in quei lontani anni un ensemble, i Mamma non piangere, che già dal bislacco nome fa intendere quanto particolare possa essere la proposta. Irriverenza e ironia sono elementi che non hanno abbandonato la band (Laura Agostinelli alla voce, Maurizio Del Monaco al sax, Ferdinando Faraò alla batteria, Lorenzo Leddi alla chitarra, al mandolino, al banjo, alle tastiere, alla fisarmonica, al mandocello e alla voce, Roberto Meroni al clarinetto, al sax e alla voce, Luca Perreca al violoncello e alla voce e Walter Prati al basso), con i consueti riferimenti zappiani e testi nonsense che accentuano ancora di più tali aspetti. I primi due album (Musica bestiame e benessere e Sempre avanti a testa alta) risalgono rispettivamente al 1979 e al 1980 ma non ebbero la diffusione adeguata e il gruppo finì ben presto per essere ricordo degli appassionati più incalliti. Il nuovo N.3 esce per la coraggiosa AltrOck di Marcello Marinone e mostra dei musicisti di grande livello divertirsi e divertire, un entusiasmo contagioso e irrefrenabile verso una demenzialità apparente e che potremmo definire “colta”. L’ombra lunga di Zappa è ancora lì e funziona benissimo, non solo musicalmente, confermando l’estro compositivo e probabilmente ampliando una certa consapevolezza rispetto agli anni degli esordi. Libero da schemi precostruiti, pieno di spunti e trovate, fantasioso e festoso, il come back dei Mamma non piangere diventa sostanzialmente imperdibile per gli amanti di un certo modo di intendere il progressive.Progressivamente (Luigi Cattaneo), 8 ottobre 2016
TIf you are looking for challenging music that will also put you in a good mood, look no further than Mamma Non Piangere’s third album, released after a 35-year hiatus. Fans of the original RIO movement are highly advised not to miss this album, in which intricate chamber-rock textures are complemented by Laura Agostinelli’s stunning vocals. Knowledge of Italian, though not required, is a bonus for those who enjoy witty lyrics.DPRP (Raffaella Berry), 1 marzo 2016
A mysterious, and inevitable encounter with such an unknown RIO project … luckily I’ve stumbled upon MAMMA NON PIANGERE via AltrOck Bandcamp page and felt quite happy to listen to their newest album as my first MnP and to notice they are not dead! Yes they have been reunited around the frontman Lorenzo LEDDI, over 30 years after the previous album was released (in 1980!) … finally in 2016 they have bloomed extravagantly with their newest creation “N. 3”, I cannot help suggesting. As above mentioned, sorry I’m not familiar with them but their ‘enthusiasm’ can be easily heard. Melodic confusion veiled with delightful atmosphere along Laura’s fine, funky voices reminds me of ‘easygoing Zamra’ really, where no complication nor pessimism cannot be felt. A tad restless, warped but simultaneously pleasant, cheerful movements we can share with each other definitely. Each track is relatively short but thirteen songs (all of them have major key with strange lines) will drive us crazy, along with their multi-dimensional sound variation and incredible multi- instrumental skills and completely strict multi-rhythmic techniques. So … wonder what kind of musical essence derives such a delight from their avantgarde universe. Various music techniques and visions they have indeed (especially some Spanish texture e.g, like “Valvole” or mischievous percussive play in a catchy guitar-based rock “Troppi Volanti” is impressive for me), but I’m sure at last their intensive RIO soundscape should have a connotation to lead the audience to feel as if their sound abnormality could be accepted with no resistance nor antipathy.Rock Heaven, febbraio 2016
In the 70s, there was a Milan-based musical co-operative called “L’Orchestra”, that is probably best known for having released the Stormy Six catalog and the final Piccio dal Pozzo album, but they also released many other things, including the Italian editions of releases by Etron Fou, Henry Cow, Art Bears, etc and were closely aligned with the folks in the original RIO movement. One of those ‘other things’ was a band called Mamma Non Piangere, who put out two albums towards the end of L’Orchestra’s life in 1979 and 1980. We used to deal directly with L’Orchestra for many years and we carried these albums and I still own them, even though in those pre-internet times, I could never find out much about them. Now, 35 years later, MNP are back with a third album and it’s totally great. It reminds me a bit instrumentally of Stormy Six’s Macchina Maccheronica, with a completely different sounding, somewhat operatic female singer. Highly recommended for avant-progressive rock fans. “Mamma Non Piangere are back after 35 years by their first two albums in the late 70’s! With this new work, the band from Milano confirms its remarkable originality on the RIO and Avant- prog scene from which it comes (Henry Cow / Slappy Happy / Art Bears, Stormy Six are the most direct references). Eclectic compositions and technical expertise meet with irony and verve in lyrics and the melodic solutions that enrich the songs.”Wayside Music, marzo 2016

 

ストーミー・シックスと交流が深く、かのロルケストラ・レーベルに2枚のLP(’79/’80)を残した、伝説のチェンバー ・プログレッシヴ・バンドが、何と再結成しての新作3rdをリリース。オリジナル・メンバーのLorenzo Leddi(g,kbd,アコーディオンetc.STORMY SIXのTommaso Leddiの弟)を中心に、2nd時のsax/cl、チェロ/bを含む7人編成で、フロントには陽性シアトリカルな女性voをフィー チャーしています。ストーミー・シックスにも通底する、イタリアらしい唄と、複雑怪奇で祝祭性に富んだ音像は、ブ ランクを感じさせないどころか、更なる進歩と飛躍を遂げた、素晴らしい物。必聴の大傑作! ※国内盤ベル・アンティークより、3/25リリース!World Disk, Giappone, marzo 2016