La Mamma non ha smesso di piangere

La Cooperativa musicale L’Orchestra, di cui sono stato per anni vicepresidente, fece il suo esordio nel 1974. Ne facevano parte gruppi militanti di rock progressivo associati al movimento europeo Rock in Opposition, come i leggendari Stormy Six/ Macchina Maccheronica, jazzisti dell’area sperimentale come Guido Mazzon e Tony Rusconi, gruppi di musica più direttamente politica come Quarto Stato, formazioni di musica tradizionale come i Tecun Uman e c’era anche l’orchestrina di cui ero leader ed ideatore: Gruppo Folk Internazionale diventato in seguito Ensemble Havadià. Un bel giorno in cooperativa fece la sua comparsa come un vento marzolino scapigliato, imprevedibile nel suo comportamento, il gruppo Mamma Non Piangere, composto da giovanissimi musicisti di grande vaglia, irriverenti e stralunati. I Mamma Non Piangere inaugurarono un genere demenziale molto prima che nel panorama italiano facessero la loro comparsa gli Skiantos o Elio e le Storie Tese. Il loro concerto era travolgente e pirotecnico, la loro ispirazione solidamente zappiana, le canzoni costruite sul nonsense di testi musicalmente irresistibili. Attraverso uno spettacolo nello spettacolo, ovvero la vendita al pubblico nel corso dell’intervallo degli spettacoli di rotolini di liquirizia della Perfetti o della Caremoli, finanziarono il loro primo disco “ Musica bestiame e benessere” e cofinanziarono il secondo “Sempre avanti a testa bassa” integrando l’investimento di un produttore svizzero. Sulla copertina di quest’ultimo campeggiava la foto dell’unico astronauta della Germania comunista ritratto a testa in giù. In Centro Europa la vendita della liquirizia ad un marco il pezzo era non solo ad alta redditività ma scatenava anche un’ilarità irrefrenabile. Purtroppo i “Mamma” non ebbero il successo e la diffusione che avrebbero grandemente meritato. Fortunatamente, a distanza di trentacinque anni, tornano con un nuovo disco che a mio parere dovrebbe essere un must, non dovrebbe mancare in nessun serio repertorio discografico personale, mediatico o collettivo. Oggi, i musicisti dei Mamma non Piangere, guidati dal leader Lorenzo Leddi sono “seri signori” ultracinquantenni. Qualcuno di loro, il trombonista Luca Bonvini, anche mio collaboratore, è scomparso prematuramente, la sua enigmatica follia non lo ha protetto, ma il gruppo, in quanto tale, non ha perso neppure un’oncia del suo magnifico smalto lucidamente “demenziale”. La loro irridente stralunatezza zappiana ha conquistato autorevolezza e classicità, la poetica dei loro testi è diventata urgente come senso del non senso, le loro canzoni sono costruite impeccabilmente come geniali song, impreziosite da citazioni mai gratuite. La loro giovane ma impeccabile ed estrosa interprete Laura Agostinelli le canta con sublime appropriatezza come meglio non si potrebbe. Questo, se volete il mio parere, è un disco da non perdere sia come opera di ingegno musicale sia come antidoto contro la mediocrità dei tempi che viviamo. Moni Ovadia, 2015
Mummy did not stop crying The musical coop ‘The Orchestra’, whereof I have been vice-president for years, made its debut in 1974. Progressive rock activists associated to the European movement Rock in Opposition, like the legendary ‘Stormy Six/Macchina Maccheronica’, jazz players of the experimental area like Guido Mazzon and Tony Rusconi, music groups more explicitly political like ‘Quarto Stato’, traditional music teams like ‘Tecún Umán’ and also the small orchestra I led and created – the ‘Gruppo Folk Internazionale’ then become ‘Ensemble Havadià’, were all part of it. One day at the co-op, the group ‘Mamma non piangere’, composed by very young, snarky and dazed musicians of great value, made its appearance as a March wind-blown gust. The ‘Mamma non piangere’ launched a wacky genre long before the ‘Skiantos’ or ‘Elio e le Storie Tese’ debuted on the Italian scene. Their concert was overwhelming and soundly à la Zappa, the songs built on musically irresistible nonsense texts. Throughout a performance in the performance, that is selling liquorice rolls by Perfetti or Caremoli during breaks, they financed their first album ‘Music, livestock and wealth’ and co-financed, integrating the investment of a Swiss producer, the second one ‘Always going ahead with our eyes firmly closed’. On the cover of the latest, the picture of the only spaceman from communist Germany portrayed upside down stood out. In Central Europe the sale of liquorice at one mark per piece was not only highly profitable, but it also led to irresistible hilarity. Unluckily, the ‘Mamma’ did not have the success and the distribution they greatly deserved. Luckily, thirty five years on, they come back with a new album that, in my opinion, should be a must, not to be missed in a serious record collection, either private, media or public. Today, the ‘Mamma non piangere’ musicians, led by Lorenzo Leddi are ‘serious gentlemen’ at their 50 plus. Some of them, the trombonist Luca Bonvini, who was as well my colleague, passed away too soon, his puzzling lunacy did not protect him, but the group in itself did not lose even one ounce of its wonderful sheen, brightly off the wall. Their mocking craziness à la Zappa gained strength and classical nature, their texts poetics has become urgent as sense of nonsense, their tunes are impeccably built as brilliant songs, enriched by never groundless quotations. Their young, but impeccable and inspired singer Laura Agostinelli sings them with rarefied pertinence as best as possible. If you ask for my opinion, this is a record not to miss out both as creation of the music mind and as a cure against the mediocrity of our times.Moni Ovadia, 2015 (traduzione: Micaela Uzzielli)